Ieri Franco era particolarmente in forma e per saziare la sua fame di curiosità si era prefissato due obiettivi: vuole capire quale mistero si cela dietro la storia del pozzo di San Patrizio e qual è l’origine del “pugno” Perugina, cioè quello che sarebbe diventato uno dei cioccolatini più famosi al mondo. Ma andiamo per gradi.
La mattina Franco si trova ad Orvieto per visitare il Pozzo di San Patrizio il quale racchiude in sé una serie di aspetti molto interessanti.
Il pozzo fu costruito per volere di Papa Clemente VII per assicurare l’acqua alla città di Orvieto in caso di assedio. Il pozzo scende nelle viscere della terra fino a raggiungere le acque delle fonti di S. Zeno. Il progetto di questa struttura è molto particolare; il pozzo di San Patrizio in fatti è circondato da due indipendenti scalinate a doppia elica che non si incontrano mai: questo artificio architettonico permette a coloro che scendono di non incontrare chi invece sale. La scelta stilistica è dovuta ad una necessità pratica: in questo modo le persone che avevano già preso l’acqua potevano risalire senza essere ostacolati da chi invece scendeva a svolgere lo stesso compito.
La costruzione del pozzo di San Patrizio è avvenuta scavando direttamente nella terra; questo particolare è molto importante in quanto riporta alla grande spiritualità alla quale il pozzo è legato.
Il nome infatti prende esplicitamente spunto da San Patrizio il quale oltre ad essere un santo evangelizzatore dell’Irlanda, segnò una fase di passaggio tra religione celtica e cristianesimo. Si narra inoltre che San Patrizio si ritrovasse spesso a pregare in una caverna molto profonda situata in un isolotto dell’Irlanda nord-occidentale indicatagli da Cristo come porta per il mondo degli spiriti. Tale caverna infatti dava la possibilità di mettersi in contatto con l’aldilà.
Il pozzo di Orvieto pertanto si rifà proprio a questa idea, infatti percorrendo la scalinata del pozzo di San Patrizio ci si dirige nel ventre della terra, in una discesa avvolta nel buio che si completa con l’incontro della fonte dell’acqua, che è fonte della vita stessa.
Nonostante alle spalle Franco abbia ormai numerose esperienze, le bellezze del made in italy non finiscono mai di sorprenderlo.
A proposito di made in italy…bisogna mettersi nuovamente in viaggio alla scoperta di una storia dal sapore italiano!
Percorsi svariati kilometri Franco finalmente arriva a Perugia e,goloso com’è, non può fare a meno di andare a cercare qualche curiosità sul celebre “Bacio”.
Ovviamente non stiamo parlando di Klimt ma del cioccolatino diventato ormai icona dell’amore!
Il Bacio Perugina nasce dall’unione di frammenti di nocciola uniti al cioccolato fondente, come spesso avviene, così quasi per caso. A questa base si aggiunse poi la nocciola finale che conferiva una forma particolare, come un pugno.
La creatrice pensò di chiamarlo “cazzotto”, ma era un ossimoro dal momento in cui il nome si riferiva ad un qualcosa di così buono. Così ispirandosi al quadro di Francesco Hayez si pensò bene di chiamarlo Bacio.
Il prodotto completo fu opera di una triplice collaborazione: Luisa Spagnoli creò il cioccolatino, Giovanni Buitoni contribuì al nome mentre la grafica fu opera di Federico Seneca. Erano gli anni Venti e da quel momento gli italiani non riuscirono più a fare a meno del Bacio.
Franscesca Dendrella
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