La leggenda di Delicata e Fonzo

Armatosi di pazienza per questo tempo tropicale, Franco riprende il suo viaggio verso il Molise. Attraversando i tratturi, sentieri percorsi nel passato dai pastori per compiere la transumanza, ossia per spostare il proprio gregge da un pascolo all’altro a cadenza stagionale dalle colline o montagne alle pianure, il nostro amico giunse a Campobasso.

Veduta di Campobasso

Veduta del centro storico di Campobasso

Dopo essersi sistemato in un B&B decide, senza perdere tempo, di andare a fare una passeggiata per il centro della città vecchia cercando di scovare qualche curiosità. Il nostro amico non si prende mai un attimo di riposo dalla sua missione e mi stupisce come dopo tre mesi di viaggio sia ancora così accanito e agguerrito nella sua ricerca. Un aspetto del suo carattere che mi ha sempre affascinato e gli ho invidiato. Ma torniamo al racconto.

Passeggiando per il borgo antico si ferma assetato ad un bar e dopo aver ordinato una gazzosa ghiacciata chiede alla dolce e minuta cameriera se conoscesse qualche storia o leggenda curiosa sulla sua città. In un primo momento la ragazza guarda Franco in modo strano, ma dopo qualche minuto di titubanza cominciò raccontandogli che anche qui a Campobasso due giovani amanti vissero una storia d’amore drammatica come i famosi Romeo e Giulietta di Shakespeare.

Nel Cinquecento la vita cittadina era animata dalla violenta contrapposizione fra le due confraternite di Crociati e Trinitari. Ogni evento per le due famiglie era un pretesto per combattere. A causa dei dissidi fra le famiglie furono proibiti i matrimoni tra i giovani appartenenti alle diverse fazioni. A farne le conseguenze di questo divieto furono due giovani: Delicata Civerra, di famiglia Crociata, che si innamorò di un giovane Trinitario, Fonzo Mastrangelo.

Ritratto di Delicata Civerra

Ritratto di Delicata Civerra

I due amanti cercavano di nascondere il più possibile il loro amore alle rispettive famiglie incontrandosi di nascosto e affidando le loro pene ad appassionate lettere, che esprimevano i loro profondi sentimenti. Ma come da copione vennero scoperti dal padre di lei che infuriato rinchiuse la figlia nel sotterraneo di una torre e minacciò l’innamorato di non farsi più vedere da quelle parti se non voleva fare una brutta fine.

I due giovani vennero così divisi fino a quando nel periodo della Quaresima giunse in città Padre Geronimo da Sorbo. Il monaco, con la sua eloquenza riuscì ad indurre le due fazioni rivali alla riappacificazione. Nonostante il periodo di pace fu temporaneo, si consentì di celebrare matrimoni fra i giovani delle opposte confraternite.

Purtroppo proprio i nostri due cari amanti non riuscirono a coronare il loro amore. Delicata era ormai indebolita dalla malattia, e Fonzo, disperato per l’imminente morte della sua dolce amata, riuscì nel loro ultimo incontro solo a metterle un anello al dito giurandole eterna fedeltà.

La ragazza pagò con il sacrificio della sua vita il contrastato amore e l’inutile lotta tra le Confraternite ormai pacificate. Ella venne sepolta nella Chiesa di S.Giorgio, mentre Fonzo Mastrangelo pazzo di dolore si allontanò dalla città e si rifugiò nel Convento dell’Ara Coeli di Roma, dove divenne frate e trovò anche lui la morte dopo qualche anno.

Terminato il racconto la cameriera invita Franco a fermarsi fino alla domenica giorno del Corpus Domini e di festa nella città.

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Giorgia Campo

Laureata in "Scienze della Comunicazione" e iscritta al secondo anno della Laurea Magistrale in “Organizzazione e Marketing per la Comunicazione d’impresa” presso La Sapienza Università di Roma. Amo viaggiare e conoscere nuove culture. Mi piacerebbe fare l'organizzatrice di eventi.

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