Franco è sulla sua Vespa, il vento soffia vigoroso, riempie i polmoni con l’odore del mare ed il cielo, tinto d’azzurro e grigio perla, fa da sfondo a questa sua magica avventura. Non vede l’ora di arrivare a Catania per scoprire la storia del Liotru e per vedere il Colosseo siculo…A quanto pare questa non è una prerogativa esclusivamente romana o forse si…
L’architettura delle città, si sa, ci racconta molto della loro storia ma alcune volte l’apparenza nasconde dei misteri da svelare. Franco si trova in Piazza Duomo, nel cuore di Catania, e non può fare a meno di notare la fontana posta al centro di essa. Mentre osservava la fontana, Franco a sua volta si sentiva osservato. Una ragazzina lì vicino, sorseggiando una granita che scintilla sotto i raggi del sole e con un libro sotto il braccio, lo guardava sorridendo come chi sa di poter svelare il segreto che tu vuoi conoscere.
Di fronte a lui un elefantino spicca sulla cima della fontana (ornato a sua volta da un obelisco che porta sul dorso). “E’ il Liotru” dice la ragazza, “simbolo della città dal 1239, se vuoi ti racconto la storia”. Franco, quasi rapito da quegli occhi così intensi e furbetti di ragazzina sicula, annuì attendendo nuovi racconti da aggiungere al suo bagaglio tutto made in Italy. Così la ragazza iniziò: ” La sua origine è avvolta dal mistero; ciò che è noto è che l’elefante e l’obelisco furono messi insieme durante il Settecento riprendendo il modello berniniano ma… queste sono cose da tipica guida turistica, meglio parlare di cose serie! La leggenda è piena di aspetti curiosi e tenta di spiegare qualcosa di più”.
Così proseguì: “Il mito vuole che durante il Paleolitico superiore a Catania vivesse l’elefante nano, il quale scacciò dalla città tutte le bestie feroci per aiutare i primi abitanti che cominciavano a popolare la zona. Così i catanesi per gratitudine eressero la statua in onore del salvifico animale. Ma non finisce qui…curiosa è anche l’origine del nome, il Liotru che molto probabilmente è la “traduzione” dialettale di Eliodoro, o per essere più precisi del Mago Eliodoro. A quest’ultimo, infatti, viene attribuita la paternità della statua, costruita da lui stesso utilizzando …la lava dell’Etna! L’elefantino aveva poteri magici ed era in grado di trasportare il mago in pochissimo tempo da Catania fino a Costantinopoli, praticamente neanche Alitalia! Il mago però non era visto di buon occhio: disturbava le funzioni sacre con varie magie, faceva camminare l’elefantino e per questo il Vescovo di Catania lo fece bruciare vivo! Ma dico sono modi questi?” Franco si aprì in una risata affabile, i modi di quella ragazzina lo divertivano.
Lei contenta di averlo divertito, continuò: “Un’altra ipotesi si basa sull’idea che che l’elefante sia una statua magica ,un vero e proprio talismano, che fu costruito sempre in pietra lavica in epoca bizantina, per proteggere la città da quel grande gigante che le dorme accanto: l’Etna o come diciamo noi “a muntagna”.
“Ma le bellezze non si trovano solo sulla superfice. Se senti parlare di Catania vecchia non si tratta semplicemente della parte antica della città; con questo nome ci riferiamo all’Anfiteatro romano che come il negativo della città si trova sotto di essa. La sua storia non è stata priva di sventure: nasceva grande e maestoso (c’è chi parla di Colosseo siculo) ma prima la lava, poi varie mutilazioni ed infine l’abbattimento di due piani fecero perdere quasi ogni sua traccia tanto che alcuni erano pronti a sostenere che non fosse mai esistito. Oggi lo si può visitare accedendo da Piazza Stesicoro e percorrendolo si può poi spuntare in via Teatro. Addirittura la leggenda vuole che negli anni ’80 una scolaresca in visita nei suoi meandri non vide mai più la luce, probabilmente perché travolta dal fiume Amenano (un fiume sotterraneo catanese).”
Infine concluse: “Sono sedici anni, cioè tutta la mia vita, che vivo in questa terra e la conosco come le mie tasche; per questo mi fa molto piacere condividere questa passione con le persone. Voglio diventare una guida un po’ diversa e raccontare le cose più particolari per mostrare ai turisti che la Sicilia non è solo agrumi e Padrino. Cù voli puisia vegna ‘n Sicilia”.
Franco così ringraziò la piccola guida anticonvenzionale, le fece il suo “in bocca al lupo” per il suo futuro e nel frattempo già pensava al prossimo luogo da scoprire…
Franscesca Dendrella
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