Mamuthones e Issohadores

Ciao a tutti, il nostro amico Franco si trova ancora nella splendida Sardegna immerso tra miti, leggende, tradizioni e folklore che questa terra nasconde. Si… perché la Sardegna non è solo spiagge bellissime e mare cristallino.

Dopo aver terminato il libro di Vanessa Ruggeri e aver assistito all’emozionante volo della “genti arrúbia, zente rúbia o ruja” – “la gente rossa” – come vengono chiamati da queste parti i fenicotteri rosa, Franco recupera la fedele compagna di viaggio, la sua vespa, e comincia ad incamminarsi in cerca del primo distributore di benzina. Dopo tanta fatica finalmente riesce a raggiungere Budoni, dove trova il distributore ma anche tutto il paese in fervore per la festa in onore di “San Pietro del bosco”. Si tratta della festa dei pastori e dei contadini per eccellenza, è la festa più sentita, insieme alla “festa manna”, che coinvolge il maggior numero di persone. La particolarità di questa celebrazione è che i pastori del territorio offrono, per la buona riuscita della stessa, un animale del loro gregge. Tali animali, con un rito collettivo, vengono cucinati e offerti a tutti i partecipanti.

Fatto il pieno alla sua vespa, Franco ritorna nella Barbagia per salutare il suo amico Marieddu, che lo invita nel mese di febbraio dinuovo in terra sarda, per assistere al famoso Carnevale di Mamoiada e alle sue caratteristiche maschere tradizionali, i Mamuthones e gli Issohadores.

Quella dei “Mamuthones” e  “Issohadores”  è una vera e propria cerimonia solenne, ordinata come una processione che è allo stesso tempo una danza.  Le due maschere si distinguono per i vestiti e per il modo di muoversi all’interno della processione: i Mamuthones procedono affaticati e in silenzio mentre gli Issohadores vestono in modo colorato e danno movimento alla processione. La parola Mamuthones è stata anche ricondotta al greco “Maimon” che significa “colui che smania, che vuole essere posseduto dal dio” (nella lingua sarda odierna il termine significa pazzo o “buono a nulla”). Gli Issohadores derivano invece il nome da “soha”, “lunga fune” (originariamente fatta di cuoio, oggi è un laccio in vimini), sono i guardiani dei Mamuthones.

Le origini del carnevale di Mamoiada, conosciuto anche come “la danza dei Mamuthones”, sono oscure, molte sono le ipotesi che sono state avanzate. Secondo alcuni il rito risalirebbe all’età nuragica, nato come gesto di venerazione degli animali, per proteggersi dagli spiriti del male o per propiziare il raccolto. Secondo altre tradizioni, i Mamuthones sarebbero i prigionieri Mori catturati dai sardi Issohadores. Alcuni sostengono che questa celebrazione abbia un legame con i riti dionisiaci, altri negano questo collegamento, e la includono invece fra i riti che segnano il passaggio delle stagioni. A queste maschere si riconosceva il potere di influire sulle sorti dei raccolti e sulla sopravvivenza, per questo motivo, nonostante l’aspetto spaventoso, la loro visita era gradita e al fine di ottenere la loro benevolenza si offrivano loro cibi e bevande.

Franco sempre più affascinato dalle mille leggende che popolano questa terra, parte alla volta di Cagliari dove lo aspetta una guerra dai risvolti diabolici.

Mamuthones e Issohadores

Mamuthones e Issohadores

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Giorgia Campo

Laureata in "Scienze della Comunicazione" e iscritta al secondo anno della Laurea Magistrale in “Organizzazione e Marketing per la Comunicazione d’impresa” presso La Sapienza Università di Roma. Amo viaggiare e conoscere nuove culture. Mi piacerebbe fare l'organizzatrice di eventi.

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