Sos Baror Moros, la Sella del Diavolo e L’oasi dei Sette Fratelli

Diretto verso Cagliari con la sua agile vespa, Franco inizia a ragionare sui misteri che si aggirano intorno all’origine della bandiera sarda. Ancora oggi si cerca di ricostruire, tra leggenda e realtà storica, il significato di questo stemma che nella lingua del nord dell’isola, il Logodurese, viene chiamato Sos Bator Moros, mentre nella lingua del sud, il Campidanese, è chiamato Is Cuatru Morus.

Originariamente il significato della bandiera sarda era legato alle vicende belliche della Corona di Aragona, che dominò la Sardegna dal 1324 al 1479. La tradizione storica vuole che le quattro teste del vessillo rappresentino altrettante vittorie conseguite dai catalano-aragonesi in Spagna contro gli invasori mori: Saragozza, Valencia, Murcia e le Baleari.

Invece la leggenda conferisce un altro significato alla bandiera sarda: il vessillo rappresenterebbe la celebrazione della vittoria che re Pietro I di Aragona aveva riportato nel 1096 ad Alcoraz, città difesa dai mori; l’esercito aragonese avrebbe ottenuto la vittoria unicamente grazie all’intervento di San Giorgio che, apparso sul campo di battaglia nelle vesti di un cavaliere bianco con una croce rossa sul petto, avrebbe spiccato le teste di quattro importanti e valorosi principi mori.

Benché la sua origine sia comunque aragonese, per il popolo sardo questa bandiera ha un significato ben più antico, precedente alla dominazione aragonese: il vessillo infatti rappresenta i quattro giudicati, quattro piccoli stati indipendenti che tra il IX e il XV secolo governarono la Sardegna in maniera del tutto autonoma e difesero strenuamente la loro isola proprio dalle continue invasioni dei mori.

Is Cuatrus Morus

Sos Baror Moros

Franco arrivato a Cagliari rimane affascinato dal magnifico patrimonio culturale e architettonico che hanno lasciato le varie dominazioni e influenze provenienti dall’esterno. La città in sardo viene chiamata Casteddu, in ricordo dello status di presidio militare svolto dalla città e dalle numerose rocche costruite dai vari governi nei secoli. Ha in comune con Roma, Lisbona e Istanbul il fatto di essere stata costruita su 7 colli che identificano altrettanti quartieri cittadini. I periodi storici lasciano ai turisti e ai cittadini la necropoli di Tuvixeddu, di età fenicio-punica, e l’Anfiteatro romano, risalente al II secolo. Cuore medioevale della città è il quartiere fortificato di Castello, che fino alla seconda guerra mondiale, fu la residenza dei nobili. Degni di nota sono anche i quartieri storici di Stampace, Marina e Villanova. Il primo era il quartiere dei borghesi e dei mercanti, il secondo era il quartiere dei pescatori e marinai, il terzo quello dei pastori e dei contadini.

Dopo aver fatto un bel giro tra i monumenti storici Franco decide di andare a fare un’escursione sul monte S. Elia, il promontorio che sorge a sud della città, che viene chiamato anche La Sella del Diavolo. La leggenda vuole che un giorno i diavoli attratti dal fascino e dalla bellezza del Golfo di Cagliari se ne impadronirono. Dio mandò allora i suoi angeli prediletti guidati dall’arcangelo Michele per scacciare Lucifero e i suoi affiliati, ma nella fuga quest’ultimo fu disarcionato dal cavallo e perse la sua sella che si posò sulle acque del golfo e, pietrificandosi, diede origine al promontorio. Un’altra versione racconta che il demone, durante la battaglia, cadde sul promontorio dandogli l’attuale forma. Il tratto di mare antistante la Sella del Diavolo si chiama Golfo degli Angeli.

La Sella del Diavolo

La Sella del Diavolo

Continuando la sua escursione il curioso Franco arriva all’Oasi dei Sette Fratelli, tale denominazione è giustificata dal fatto che il nucleo principale nonché centrale della foresta è costituito dal Massiccio dei Sette Fratelli, piccola catena montuosa. La presenza di innumerevoli monoliti granitici presenti sui Sette Fratelli ha ispirato numerose leggende.

Due miti si inseguono e si perdono nella notte dei tempi. Il primo vuole che la mano che creò questa montagna si ispirasse alle sette stelle della costellazione dell’Orsa perché sulla Terra ci fosse un punto di riferimento, strada sicura per i viandanti. Secondo un’altra fantasia popolare, quella più nota, quei monoliti di roccia, che si ergono sulle alture fino a mille metri, altro non sarebbero che sette fratelli malvagi che si macchiarono di una lunga serie di delitti efferati e, per questo, tramutati in pietra dalla collera di Dio.

Cime dei Sette Fratelli

Cime dei Sette Fratelli

Entusiasta delle mille curiosità che ha scoperto in questo viaggio nella terra sarda Franco non vede l’ora di partire per la sua nuova meta…

Curiosi di sapere quale sarà la sua prossima avventura?? Ecco alcuni indizi: il sapore degli agrumi, i pupi, il cioccolato…

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Giorgia Campo

Laureata in "Scienze della Comunicazione" e iscritta al secondo anno della Laurea Magistrale in “Organizzazione e Marketing per la Comunicazione d’impresa” presso La Sapienza Università di Roma. Amo viaggiare e conoscere nuove culture. Mi piacerebbe fare l'organizzatrice di eventi.

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