Palermo… e le sue quattro protettrici

Ammetto di avere dei sensi di colpa nei confronti di Franco. Forse avrei dovuto impedire che si imbarcasse in un’impresa del genere, convincendolo a rimanere a casa, a rinunciare a questa pazza idea di un viaggio per l’Italia in vespa. Sensi di colpa che aumentano dopo aver ascoltato dalle sue labbra il racconto della nottataccia passata, in bianco, sul traghetto che da Cagliari porta a Palermo. Il mare non è stato clemente quella notte e il suo stomaco ne ha risentito… Povero il nostro Franco!

Arrivato a destinazione nelle prime ore mattutine, dopo aver sbarcato la vespa, Franco è partito per un giro di perlustrazione nella città siciliana. Uscito dal porto e diretto verso il centro, il profumo degli agrumi si fa sentire forte e intenso. Si trova infatti nei pressi della Conca d’Oro, la pianura nella quale è stata edificata Palermo e che prende questo nome dal giallo dei limoni che la riempiono. (“La Sicilia è davvero un giardino. È incredibile, è come il giardino dell’Eden.” Cit. John Henry Newman).

Veduta della Conca d'Oro

Veduta della Conca d’Oro (Palermo)

Ecco finalmente arrivato al centro della città protetta da Santa Rosalia, e parlando con un vecchietto, Franco,  scopre una cosa che lo lascia divertito: Palermo ha ben 4 santi protettori oltre a Rosalia! Che fosse una città religiosa lo aveva appreso fin dai tempi della scuola, ma quattro santi non sono forse troppi? Per i palermitani evidentemente no. Santa Agata, Santa Ninfa, Santa Cristina e Santa Oliva completano il poker di sante che sono state elette come protettrici della città. Da amanti del gioco delle carte, i palermitani sanno bene qual è l’importanza di avere quattro donne nella stessa mano. (“Il siciliano ama Dio, ama i santi, ma in rapporto di simpatia e familiarità”. Cit. Giuseppe Tornatore).

Qui sotto:Palermo… e le sue quattro protettrici

Sant'Agata

Sant’Agata

Santa Crisitna

Santa Cristina

Santa Ninfa

Santa NInfa

Santa Oliva

Santa Oliva

Per l’onor di cronaca andrebbe aggiunta un ulteriore carta, quella di San Benedetto il Moro (compatrono della Diocesi di Palermo insieme a Santa Rosalia), chiamato così per via del colore della sua pelle. Infatti era figlio di una famiglia cristiana discendente da una famiglia di schiavi.

Il vecchietto, a sentire il racconto di Franco, doveva averlo preso proprio in simpatia ed essere in vena di chiacchiere quella mattina (mi immagino Franco, in difficoltà a comprendere il dialetto siciliano, fare cenni col capo per annuire), infatti gli raccontò della storia delle statue e dei dipinti del Genio di Palermo sparse per la città. Si tratta di un re barbuto con il capo coperto da una corona ducale con il volto da anziano, il corpo da giovane e che ha in braccio un serpente intento, o così sembra, a mordergli il petto.

Le interpretazioni sul significato di questa figura sono tante. Alcuni credono che rappresenti Palermo e che il serpente sia Scipione l’Africano, aiutato dai palermitani nella guerra contro i cartaginesi, altri che sia un discendente di Crono o Saturno e che quindi abbia origini pre-romane e che rappresenti l’abbondanza. Ma l’interpretazione che è piaciuta di più a Franco è quella che sostiene che il Genio sia la stessa città di Palermo fatta persona e che rappresenti tutti i cittadini di Palermo senza distinzione di etnia, religione, stato sociale e cultura. In fondo è quella che più si sposa con Palermo e con l’intera Sicilia, da sempre fulcro e combinazione di diverse culture, uscio d’incontro tra Oriente e Occidente e unione di stili ed epoche diverse che la rendono speciale. (“(…) l’influenza della cultura spagnola è l’ultima della serie, la prima è quella greca, la seconda e la terza sono saracena e la normanna; il Rinascimento l’ha sfiorata soltanto. E adesso annaffiate queste diverse componenti culturali con il sole abbagliante, con la terra africana, con un mucchio di polvere e con la vegetazione bellissima – e avrete la Sicilia”. Cit Karel Capok).

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Simone Alberio

Romano di nascita ma con orgogliose origine sicule, studio Organizzazione e Marketing per la comunicazione d'Impresa presso La Sapienza di Roma. Amo la letteratura, l'arte e la musica Blues (Muddy Waters è il mio cantante preferito).