Sorbillo, Friariello e Munaciello

Come vi raccontavo nel precedente articolo il nostro amico Franco si è recato da Sorbillo.

A prima vista, sembra incredibile che le persone siano disposte ad aspettare in fila anche due ore prima di poter ordinare una delle ormai poche pizze a Napoli ad essere preparate ancora con la lievitazione naturale. Eppure, una volta assaporato il primo e leggero boccone, tutti si dimenticano dell’interminabile attesa e si dichiarano propensi a ripetere l’esperienza che, a detta di Franco, è fenomenale!

La storia particolare che si cela dietro questa pizzeria, ci racconta di come l’attuale proprietario, Gino Sorbillo, in omaggio alla sua famiglia, abbia dedicato il nome di ciascuna pizza ai suoi nonni e ai loro “21” figli, record dei record, tutti pizzaioli!

La scelta di Franco è così ricaduta su “Carmela”, una pizza tipica a Napoli non solo per il nome ma anche per gli ingredienti: salsiccia e “friarielli”.

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Pizza salsicce e friarielli (Sorbillo)

A tal proposito, Franco teneva a farci un appunto: I “friarielli”, spesso associati ai broccoli (pugliesi o siciliani) o ai friggitelli (peperoncini verdi) , diversamente da come altri Italiani li intendono, sono la parte più tenera delle cime di rapa, i rametti più piccoli e nuovi della pianta, mentre le cime di rapa sono tutto il resto. Differenza tra i due, ovviamente, non ce ne è molta, se non per la dolcezza. In oltre, fatto assai curioso, la parola “friariè” è molto utilizzata nel gergo napoletano per riferirsi ad una persona “fessacchiotta”, un po’ sciocca.

Ultimato il suo pranzo, Franco si dirige all’uscita della pizzeria, ritrovandosi su una delle strade più famose di Napoli: Via dei Tribunali. L’importanza di questa strada del centro antico, risale al periodo greco-romano, durante il quale il tracciato viario della città venne suddiviso in Cardini e Decumani, consentendogli oggi di appartenere al grande patrimonio dell’umanità, protetto dall’UNESCO. I Decumani sono tre strade principali larghe all’incirca 6 metri (Decumano Superiore, Anticaglia – Decumano Maggiore, Tribunali – Decumano Inferiore, Spaccanapoli), intersecate da decine di Cardini strettissimi, larghi circa 3 metri, che rappresentano i vicoli del cuore storico e popolare di Napoli.

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Spaccanapoli

A collegare i due decumani, Tribunali e Spaccanapoli, vi è un cardine molto famoso che è quello di San Gregorio Armeno, celebre per le botteghe artigianali di presepi e altri oggetti tipici della cultura napoletana. Nel percorrere la strada, l’attenzione di Franco viene catturata dall’acceso color rosso che dominava le bancarelle e le vetrine dei negozi: i corni portafortuna. È risaputo ormai che Napoli è città di magia e superstizione. La grande maggioranza dei napoletani crede nel malocchio, negli iettatori; è scaramantico e credulone. Chi si gratta, chi fa le corna, chi non incrocia dandosi la mano e chi, per buon augurio, regala un prezioso cornetto ad una persona cara.

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Negozietto tipico in via San Gregorio Armeno (Napoli)

In particolare, pare che tra i vicoli e nelle case della Napoli antica si aggiri “O’ Munaciell”, il personaggio più temuto dai napoletani. Se in casa si sente un rumore inatteso, un fruscio o dei passi, allora è senz’altro colpa dello spiritello dispettoso, l’anima malefica della casa. Divertito da quei luoghi così suggestivi e ricchi di magia, ci saluta il nostro amico Franco, che gasato come non mai, ci promette una nuova tappa ricca di curiosità e notizie speciali.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Alessia Carrano

Laureata in Comunicazione e Marketing. Aspirante Brand Manager e Cantante. Appassionata di Musica e delle sue molteplici forme d'espressione. La buona cucina, i paesaggi mozzafiato, i film emozionanti e i libri avvincenti, sono i piaceri della vita a cui non potrei mai rinunciare.

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